📰 L’intervista immaginaria a Enrico Berlinguer sulla politica italiana attuale e sul futuro della sinistra
Nell’immaginare quest’intervista impossibile, ma al tempo stesso vicina allo spirito e alla visione di uno dei leader più amati della sinistra italiana, Enrico Berlinguer, ho voluto dare voce a una prospettiva che tanti ancora sentono attuale. Quest’intervista non è che un esercizio di fantasia, ma chissà che non rispecchi qualcosa che, se fosse vivo, Berlinguer stesso avrebbe potuto dirci.
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🔸️ Intervista
▫️Domanda: Buongiorno, segretario Berlinguer. Oggi, in questo mondo immaginario, ci troviamo di fronte a una sinistra italiana in cerca di identità . Se potesse, cosa direbbe agli attuali dirigenti dei partiti di sinistra per indirizzarli su un cammino che si allinei davvero con i bisogni della gente?
Enrico Berlinguer: Grazie a voi per questa “possibilità di parola” che mi concedete. A chi si definisce leader della sinistra, vorrei dire che il punto di partenza deve essere l’autenticità . La sinistra può tornare ad avere senso solo se la gente sentirà che è tornata ad ascoltare, non da distante, ma in mezzo alle persone, nelle strade, nei mercati, nelle fabbriche, nei luoghi dove si svolge la vita vera.
Serve che la politica sia prima di tutto trasparente e che il lavoro torni a essere dignitoso. Al centro del nostro programma ci dev’essere il lavoro, inteso non come slogan, ma come diritto fondamentale, perché è nel lavoro che le persone trovano non solo il pane, ma anche la dignità , l'autostima e un ruolo attivo nella società . Bisogna tornare a dare priorità a chi non ha mezzi e difendere gli sfruttati, chi non arriva a fine mese, i giovani senza prospettive, i pensionati che vedono ridursi il loro potere d’acquisto. Questo è ciò che una vera sinistra deve fare.
▫️Domanda: Oggi molti giovani sembrano distanti dalla politica e disillusi. Come convincerli a tornare a partecipare, a credere che la politica può davvero essere una leva di cambiamento?
Enrico Berlinguer: Quella disillusione non mi sorprende. Troppi hanno visto promesse non mantenute, e il linguaggio della politica è ormai spesso incomprensibile, distaccato, autoreferenziale. È fondamentale che i giovani vedano nella politica una leva di cambiamento reale e non un sistema chiuso e poco accessibile.
Serve quindi una visione a lungo termine, che parli alle loro preoccupazioni. Parlo dell’emergenza climatica, della precarietà lavorativa, dei diritti sociali e civili. È necessario che la sinistra proponga leggi per un lavoro stabile, che offra un programma economico che non sia di austerità ma di investimenti in settori sostenibili, e che protegga chi è in difficoltà . Dobbiamo costruire una società in cui i giovani si sentano sicuri e rappresentati. E’ dovere della sinistra fare in modo che ogni ragazzo o ragazza non debba sentirsi un peso, ma parte attiva nella costruzione di una società giusta.
▫️Domanda: A proposito di società giusta, una delle tematiche che Lei affrontava spesso era quella della “questione morale”. Qual è oggi il significato di questo concetto?
Enrico Berlinguer: La “questione morale” è sempre stata una delle mie più grandi preoccupazioni, ed è quanto mai attuale. Il potere deve essere esercitato per servire, non per arricchirsi, per promuovere interessi pubblici, non per nascondere traffici e corruzioni. Oggi assistiamo a uno spettacolo che, in troppe occasioni, va nella direzione opposta. La sinistra deve fare della pulizia e della trasparenza la sua bandiera: chi gestisce la cosa pubblica deve essere al di sopra di ogni sospetto, deve rispettare le leggi e fare della legalità il primo punto del proprio programma.
▫️Domanda: Veniamo al programma di governo. Che cosa proporrebbe concretamente per rilanciare l’Italia in questo momento?
Enrico Berlinguer: Prima di tutto, bisogna lavorare per un’economia che rispetti l’ambiente e che dia priorità ai cittadini. Questo significa investire in settori strategici come le energie rinnovabili, la digitalizzazione etica, l’istruzione, la sanità pubblica. Serve un piano di investimenti pubblici che non si limiti a rincorrere i profitti immediati, ma guardi al benessere a lungo termine, a creare posti di lavoro dignitosi e a dare futuro ai territori che soffrono di disoccupazione cronica.
Alla sanità pubblica, poi, bisogna ridare centralità . Oggi è impensabile che la cura venga ridotta a una questione di profitto o che i servizi pubblici diventino luoghi di “tagli”. La sanità e l’istruzione devono essere accessibili a tutti, senza eccezioni.
Serve anche una politica fiscale giusta, che riequilibri le disuguaglianze. Chi ha di più deve contribuire di più, in maniera progressiva. Senza politiche redistributive eque non si avrà mai giustizia sociale. La sinistra deve avere il coraggio di mettere nero su bianco queste proposte, senza compromessi.
▫️Domanda: Un’ultima domanda. Si parla spesso di crisi di identità della sinistra. Come ritrovare la strada?
Enrico Berlinguer: Guardiamo alla storia, ricordiamoci chi siamo e perché siamo nati. La sinistra italiana, che fu tra le più grandi dell'Occidente, ha costruito le sue battaglie sull’uguaglianza, sui diritti, sulla dignità del lavoro e della persona. Deve smettere di inseguire mode, tendenze internazionali, o di farsi influenzare da modelli che poco hanno a che vedere con la nostra realtà .
Bisogna costruire una visione propria, che sappia interpretare il presente e dare speranza per il futuro. Se la sinistra tornerà a parlare il linguaggio della coerenza, della solidarietà e della giustizia, sono certo che la gente tornerà ad ascoltare. La strada è quella di sempre: non cedere ai compromessi e ricordarsi che noi siamo qui per difendere chi non ha voce.
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Quest’intervista immaginaria, pur frutto di un’esercitazione fantasiosa, può forse aiutarci a riflettere sulle direzioni da prendere e sul significato profondo di ciò che la sinistra potrebbe essere. Guardare indietro a Berlinguer significa anche guardare avanti, verso una politica che molti sognano ancora: pulita, giusta e veramente democratica.
🖊 GP
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