Stamattina, con la luce che filtra tra i rami e una leggera brezza che sembra volermi spingere ad ascoltare, ho deciso di avvicinarmi ad un vecchio albero. La sua corteccia rugosa racconta storie di piogge e sole, di stagioni passate e uccelli che hanno trovato rifugio tra i suoi rami. Inizio un'intervista surreale, ma è come se l'albero avesse aspettato proprio questo momento per parlare.
Intervistatore: "Buongiorno, vecchio amico. Grazie per aver accettato di parlare con noi. Mi chiedo, come stai? Voglio dire, come stai davvero?"
Albero: "Oh, amico mio, come sto? Sento che sto morendo un po' ogni giorno. Vedi, non è solo la mia corteccia a farsi più fragile, o le radici a faticare a trovare acqua. È tutto quello che mi circonda che sta morendo con me. L’aria che respiro, il suolo che mi nutre, persino il canto degli uccelli è diverso, meno felice, quasi triste."
Intervistatore: "Parli di morte... non è troppo drastico?"
Albero: "Drastico? Purtroppo, è la realtà. Hai visto cosa accade alle foreste del mondo? Ogni minuto scompaiono alberi come me, spesso più giovani, più vitali, tagliati per fare spazio a campi, strade o per semplice profitto. Senti parlare di cambiamenti climatici, di riscaldamento globale, di siccità... ma quanti di voi ascoltano davvero? Ogni volta che un albero cade, è un po' di respiro che se ne va."
Intervistatore: "Cosa pensi degli umani, allora? È vero, sembriamo sempre più scollegati dalla natura."
Albero: "Non ti biasimo del tutto, sai? Non posso essere arrabbiato con tutti. Ci sono persone che ci amano, che provano a difenderci. Ma il problema è che sono poche, e le decisioni che contano le prendono sempre quelli che vedono solo profitto nei numeri, non nella vita. Mi dispiace dirlo, ma molti umani sembrano aver dimenticato che noi siamo i vostri alleati più preziosi. Senza di noi, senza le foreste, la Terra non può sopravvivere. E voi con lei."
Intervistatore: "Cos’è che ti fa più male, concretamente?"
Albero: "Dove vuoi che inizi? Gli incendi, il disboscamento selvaggio, le piogge acide, i pesticidi che avvelenano il terreno. Ogni volta che la vostra macchina sputa fumo, ogni plastica abbandonata nel bosco, ogni goccia di diserbante che usate senza pensarci... tutto questo mi arriva addosso. E non solo a me, ma anche agli insetti che vivono in simbiosi con noi, agli uccelli che fanno il nido tra i nostri rami, agli animali che trovano rifugio qui."
Intervistatore: "Eppure, non si può negare che abbiamo bisogno di tecnologia, di crescere. Non credi?"
Albero: "Non è questione di progresso. Io non sono contro la tecnologia, il cambiamento è naturale, è inevitabile. Ma c’è una differenza tra progresso e devastazione. Voi avete la capacità di costruire città, invenzioni fantastiche, ma perché non riuscite a farlo rispettando la vita? È come se aveste dimenticato il significato di equilibrio. Se mi chiedi un’opinione, direi che l’umanità è diventata cieca nel suo stesso potere."
Intervistatore: "Credi che ci sia ancora speranza?"
Albero: "Io voglio crederci. Ho visto generazioni passare, ho visto la natura rinascere persino dopo incendi e tempeste. La Terra ha un potere di resilienza straordinario, ma ha i suoi limiti. E voi, voi umani, dovete cambiare rotta. Non dico di fermare tutto, ma di imparare a vivere in armonia. Piantate, rispettate, non prendete più di quello che vi serve. Guardate noi alberi: noi diamo tutto senza chiedere nulla, e viviamo per secoli."
Intervistatore: "Un'ultima domanda: se avessi un messaggio da lasciare all'umanità, cosa diresti?"
Albero: "Direi: smettete di distruggere per creare. Cercate la bellezza nella vita che vi circonda e ricordate che siete parte di essa. Non trattateci come se fossimo solo oggetti di legno. Noi alberi siamo i vostri fratelli silenziosi, i guardiani del tempo e dell’aria. Se ci rispetterete, vi aiuteremo a vivere. Ma se continuerete così, un giorno vi sveglierete in un mondo senza ombra, senza ossigeno, senza suoni. E quel giorno sarà troppo tardi."
L'albero è tornato silenzioso, mentre il vento accarezza le sue foglie come un ultimo saluto. Oggi ho sentito la voce di una saggezza antica, una voce che ci richiama a riflettere. Non possiamo più ignorarla.
🖊GP
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