“Tra buche, cerini e promesse: diario semiserio di un cittadino che non si arrende.”
Quando ti ritrovi ad affrontare un problema di salute – e parlo ancora dalle fasi iniziali, quindi il bello (si fa per dire) deve ancora venire – succede qualcosa di particolare.
Ti si apre un mondo.
Un mondo popolato da tante, troppe persone che vivono situazioni simili alla tua, spesso in silenzio, spesso con dignità , sempre con una dose di forza che fa tremare le ginocchia.
Qualcuno potrebbe dire:
“Eh, vabbè, magra consolazione sapere di non essere soli…”
E avete anche ragione.
Non è una consolazione.
È un dato di fatto, crudo e nudo.
Ma proprio per questo, lo prendo come un motivo in più per dire a tutti voi: fate controlli, prevenite, non aspettate che il motore vada in avaria.
Perché, vedete, la differenza tra noi e tanti altri è come quella tra chi viaggia su un’auto in autostrada fresca d’asfalto, e chi – come noi – cerca di schivare buche, crateri e tombini ribelli nelle strade del Sud.
Ora ditemi: secondo voi chi ha bisogno di fare manutenzione prima?
Chi viaggia sul velluto o chi guida tra le scosse sismiche dell’asfalto urbano?
Già , benvenuti nel nostro meridione, terra bellissima e sgangherata, dove anche il corpo umano, per sopravvivere, deve fare l’equilibrista tra smog, veleni e speranza.
In questi giorni, intanto, va in scena l’ennesimo teatrino istituzionale.
Una vera "querelle all’italiana", con lo Stato da una parte e gli enti locali dall’altra, che si passano un cerino acceso come se fosse una patata bollente.
Quel cerino si chiama ex ILVA – sì, proprio quella – la “fabbrica dei veleni”, la multinazionale del disastro ambientale.
E io lo dico con il cuore:
dello Stato non possiamo più fidarci, perché ci ha condannati da tempo.
Ma almeno dei nostri sindaci, quelli che dovrebbero rappresentare la comunità e difendere la salute pubblica, vorrei fidarmi ancora.
A voi, cari sindaci, non chiedo miracoli.
Chiedo coerenza. Coraggio. Onestà . E una cosa che sembra piccola ma è enorme: ascolto.
Non ascoltate solo gli amici di partito, i consulenti di fiducia o gli esperti delle mezze verità .
Ascoltate i cittadini, le associazioni, chi da anni studia, denuncia, propone.
E soprattutto, ricordatevi cosa dicevate in campagna elettorale quando promettevate partecipazione, trasparenza, ascolto.
Sì, proprio voi, quelli del "ascolteremo tutti", "la salute prima di tutto", "basta con le promesse vuote".
Ecco, è arrivato il momento di dimostrarlo.
Perché fare le interviste con parole vaghe, dicendo tutto e il contrario di tutto, non vi fa più apparire intelligenti: vi fa apparire complici.
E il vecchio gioco delle tre carte, francamente, ci ha rotto i cogl...ni.
Ops, scusate il francesismo… sarà la colecisti che ancora parla al posto mio 😅
Cari sindaci e amministratori, ci aspettiamo una decisione politica e non una scelta tecnica.
Perché la salute dei cittadini non si baratta.
Non basta un timbro, un progetto tecnico o un calcolo sulla carta.
Serve chi ha il coraggio di scegliere, di dire no a interessi economici che mettono a rischio la vita delle persone. Serve coerenza, trasparenza, ascolto vero — e soprattutto azione politica.
Perché di gente che si ammala, di figli che non possono respirare e di madri che piangono ce ne sono già fin troppi.
E da voi ci aspettiamo molto di più di belle parole: chiediamo responsabilità politica concreta.
Non per un favore, ma per un diritto: il diritto alla salute. 🌱
Concludo con una frase semplice:
Siate uomini. Siate umani. E vogliate davvero bene alla vostra gente.
Perché il rispetto non si impone, si guadagna.
E oggi il popolo ha bisogno di verità , non di slogan.
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