sabato 13 dicembre 2025

📝 Diario di bordo n°77 – Dicembre 2025

📝 Diario di bordo n°77 – Dicembre 2025
"L’anno dell’ospite indesiderato."

Tra poco più di quindici giorni questo 2025 tirerà giù la serranda.
E non sarà un anno qualsiasi da salutare con un brindisi distratto.
È stato un anno che mi ha bussato alla porta senza educazione, che è entrato in casa senza togliersi le scarpe, che si è seduto sul divano del mio corpo come se fosse suo.
Un ospite cattivo. Di quelli che non portano neppure una bottiglia di vino per scusarsi.
Un ospite che mi ha preso alla sprovvista, senza preavviso, senza attenuanti, senza pietà.
Con lui combatto ogni giorno, ogni ora, a volte ogni singolo minuto.
Ma questo stesso anno, paradossalmente, mi ha anche regalato qualcosa di prezioso: la vostra vicinanza.
Messaggi, parole, silenzi pieni di rispetto.
Un affetto autentico, senza rumore, che non chiede nulla in cambio.
E allora capisci che, nonostante tutto, esiste ancora una forma di umanità pulita.
Gente che non vuole spiegarti come devi stare, ma semplicemente starti accanto.
Gente che ti tiene la mano anche quando non sa cosa dire.
E in un mondo sempre più cinico, questo è un dono enorme.

Poi però, ti rendi conto che questo 2025 è stato una specie di film di Fantozzi girato in versione drammatica: tu che fai piani, la vita che ti ride in faccia;
tu che chiedi tregua, lei che ti risponde “ne riparliamo”;
tu che speri, lei che rilancia.
E allora, mentre l’anno si avvia all’uscita di scena, non resta che dirlo come si deve, con quella ironia che è ormai un meccanismo di sopravvivenza: io speriamo che me la cavo.
Non è resa.
È realismo con un sorriso storto.
Ed è anche una promessa silenziosa: finché respiro, combatto.

✨ Massima di fine anno

"La vita può buttarti a terra mille volte, ma finché riesci a raccontarla, non hai perso: stai ancora resistendo."

venerdì 12 dicembre 2025

📝 Diario di bordo n°76 – Dicembre 2025

📝 Diario di bordo n°76 – Dicembre 2025
"Quando la paura pesa più del corpo."

Ci sono giorni, in cui il mondo sembra premere tutto da un lato, e tu resti lì, un po’ storto, un po’ sbilanciato, a cercare un appiglio qualunque per non cadere.
Sono due giorni che il mio respiro mi pesa più del solito, che il corpo non risponde come vorrei, e la mente, ah, la mente, corre più veloce dei passi che puo fare. 
Mi chiedo se sia lui, oppure solo la stanchezza, o forse quel turbinio di pensieri che non smettono mai di bussare.
E alla domanda che tutti evitano, desidero rispondere con una sincerità disarmante: sì, sono preoccupato.
E non c’è nulla di debole in questo.
La forza, quella vera, non è nascondere la paura… ma guardarla negli occhi e dire: oggi non vinci tu.
Reagisci, Giovanni.
Reagisci anche quando il corpo barcolla, quando la paura pesa, quando la mente si incaglia nell’attesa dell’istologico che sembra non arrivare mai.
Reagisci perché ogni colore che vedi, ogni suono che ti attraversa, ogni gesto delle persone che ami, è un filo che ti tiene legato alla vita.
Oggi sono triste.
E va bene così.
Le giornate storte non sono tradimenti, sono solo curve del cammino.
Domani, forse, sarà meglio.
E se non lo sarà, camminerai comunque.

"Anche quando l’ombra ti raggiunge, ricorda che è lì solo perché da qualche parte, davanti a te, c’è ancora la luce."

📝 Diario di bordo n°75 – Dicembre 2025

📝 Diario di bordo n°75 – Dicembre 2025
"Il gusto delle feste e il peso delle emozioni."

Ci sono giorni, in cui la vita sembra parlarti con una voce più chiara, più profonda. Le feste hanno questo dono sottile: rallentano il tempo, lo addolciscono, e ti obbligano, quasi con dolcezza, a guardarti dentro.
Sono momenti fatti di abbracci, di tavole apparecchiate, di ricordi che tornano a bussare. Momenti che ti ricordano quanto sia prezioso sentirsi vivi, sentire il calore degli altri addosso, capire che il bene esiste e circola, basta solo tendergli la mano.
E allora ti chiedi: “Che posso fare io, nel mio piccolo, per strappare un sorriso a chi soffre?”
È questa domanda, più di qualsiasi cenone, che ti fa sentire parte del mondo in maniera autentica. Perché la solidarietà non è un gesto speciale: è un modo di respirare.
Poi però, come un’onda che ti riporta a riva, arriva lui: il pranzo dell’Immacolata.
Per noi meridionali è più di un pasto… è un rito sacro, un pellegrinaggio gastronomico, un test di resistenza fisica e mentale.
Ti siedi a tavola a mezzogiorno e quando rialzi lo sguardo fuori è notte fonda, e ti chiedi se per caso in cucina non abbiano aperto un varco spazio-temporale tra le orecchiette al sugo e le cartellate col miele.
Le portate arrivano in fila indiana, una dietro l’altra, senza pietà.
Tu cerchi di resistere, ma ogni zia ha una missione divina: riempirti come un tacchino del Ringraziamento.
E tu, come sempre, combatti fino all’ultimo cucchiaio, tra un bis non richiesto, un “mangia che ti vedo sciupato” e un bottone del pantalone che implora misericordia.
Eppure… in tutto questo c’è poesia.
C’è la nostra terra che parla, ride, trabocca di vita.
E allora, a voi che mi leggete, vi auguro un'Immacolata piena di amore, di leggerezza e di quelle risate che fanno bene più del torrone.

✨ Massima della festa.

"Le tavole si svuotano, i piatti si lavano, ma il calore dei momenti veri resta impresso come il profumo del sugo della domenica."

📝 Diario di bordo n°74 – Dicembre 2025

📝 Diario di bordo n°74 – Dicembre 2025
"Tra attese, luci e vecchi legami."

Dicembre ha sempre un modo tutto suo di frugarti dentro.
Ti prende per mano con le luci e le canzoni di festa, e nello stesso tempo ti mette davanti alle tue paure più silenziose, quelle che non dici a nessuno. 
L’attesa del responso dell’esame istologico pesa… e sarebbe inutile negarlo. È una compagnia discreta, ma ingombrante. 
Se mi chiedi se sono preoccupato, la risposta è sì. 
Ma la preoccupazione non è resa: è solo una parentesi umana in un cammino che continuo a percorrere con la testa alta, anche quando il cuore va piano.
E poi arrivano loro, i vecchi colleghi. 
Quelli con cui hai condiviso quarant’anni di giornate, di tute sporche, turni infiniti, sigarette rubate al tempo, risate che ancora ti risuonano addosso. 
Rivederli è stato come sfogliare un album di vita vera: niente filtri, niente pose, solo l’essenza autentica del cammino fatto insieme. Una rimpatriata che ha scaldato l’anima più di qualsiasi camino natalizio.
E c’è un pensiero che oggi mi torna spesso.
Un amico vero. 
Un uomo dai principi solidi, uno che non ha mai avuto bisogno di proclami per mostrarsi per quello che è: un esempio. 
È stato operato al cuore, e il mio affetto corre verso di lui come una preghiera laica, fatta di rispetto, stima e riconoscenza. 
Forza, amico mio. Chi vive con la tua dignità non solo torna in piedi: torna a brillare. 🌟
Dicembre è questo: un intreccio di attese, di tremori, di gratitudine e di speranza.
E io, in mezzo a tutto questo, continuo a camminare.

"Le attese ci mettono alla prova, ma sono gli affetti a indicarci sempre la strada per tornare a sperare."

📝 Diario di bordo n°77 – Dicembre 2025

📝 Diario di bordo n°77 – Dicembre 2025 "L’anno dell’ospite indesiderato." Tra poco più di quindici giorni questo 2025...