"Tra attese, luci e vecchi legami."
Dicembre ha sempre un modo tutto suo di frugarti dentro.
Ti prende per mano con le luci e le canzoni di festa, e nello stesso tempo ti mette davanti alle tue paure più silenziose, quelle che non dici a nessuno.
L’attesa del responso dell’esame istologico pesa… e sarebbe inutile negarlo. È una compagnia discreta, ma ingombrante.
Se mi chiedi se sono preoccupato, la risposta è sì.
Ma la preoccupazione non è resa: è solo una parentesi umana in un cammino che continuo a percorrere con la testa alta, anche quando il cuore va piano.
E poi arrivano loro, i vecchi colleghi.
Quelli con cui hai condiviso quarant’anni di giornate, di tute sporche, turni infiniti, sigarette rubate al tempo, risate che ancora ti risuonano addosso.
Rivederli è stato come sfogliare un album di vita vera: niente filtri, niente pose, solo l’essenza autentica del cammino fatto insieme. Una rimpatriata che ha scaldato l’anima più di qualsiasi camino natalizio.
E c’è un pensiero che oggi mi torna spesso.
Un amico vero.
Un uomo dai principi solidi, uno che non ha mai avuto bisogno di proclami per mostrarsi per quello che è: un esempio.
È stato operato al cuore, e il mio affetto corre verso di lui come una preghiera laica, fatta di rispetto, stima e riconoscenza.
Forza, amico mio. Chi vive con la tua dignità non solo torna in piedi: torna a brillare. 🌟
Dicembre è questo: un intreccio di attese, di tremori, di gratitudine e di speranza.
E io, in mezzo a tutto questo, continuo a camminare.
"Le attese ci mettono alla prova, ma sono gli affetti a indicarci sempre la strada per tornare a sperare."
Nessun commento:
Posta un commento