domenica 16 novembre 2025

📝 Diario di bordo n°51 – Novembre 2025

📝 Diario di bordo n°51 – Novembre 2025
“Lo Stato di diritto… al pronto soccorso”

Se ti ammali, devi curarti.
Fin qui tutto logico, direte voi.
Ma per curarti servono i soldi, perché se decidi di affidarti ai tempi della ASL, ti conviene farti scolpire direttamente nel marmo: almeno arrivi preparato all’eternità.
Se poi sei un pensionato, come me, in balia delle onde e delle carte bollate, allora è come remare in un mare in tempesta con un cucchiaino da caffè.

Ci hanno cresciuti a pane e “Stato di diritto”, ma ormai mi chiedo: diritto a cosa, esattamente?
Forse al diritto di fare la fila infinita, o al diritto di sopravvivere a suon di ticket, ricette, prenotazioni e controprenotazioni?
Altro che “servizio sanitario nazionale”… pare più un gioco dell’oca, con la differenza che se peschi la casella sbagliata rischi davvero grosso.

Intanto mancano 12 giorni all’intervento.
Dodici giorni in cui alterno la calma apparente alla voglia di urlare come un tifoso al 90esimo minuto.

Ah, dimenticavo la chicca: per entrare in clinica per operarmi, dovrò prima fare il tampone rapido immunofluorescenza Covid-19.
Mi raccomando, eh! Guai se non sei negativo!
Peccato che quando si va per il day hospital, invece, ci si ritrova tutti ammassati nei corridoi, gomito a gomito, con tossi, starnuti e acciacchi assortiti.
Ma sì, tranquilli… il virus, in ospedale, ha paura delle prenotazioni!

E allora rido, sì, per non prendermela troppo.
Ma dentro sento un misto di rabbia e amarezza, perché non dovrebbe andare così.
Curarsi dovrebbe essere un diritto, non un privilegio.
E la dignità, quella sì, dovrebbe essere gratuita. Sempre.

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