Ore 7.30.Eccoci catapultati nel magico mondo dell’accettazione, quello dove l’umanità si divide in due categorie: chi tossisce e chi cerca disperatamente di non respirare. Il tutto condito da un bel tampone obbligatorio da 20 euro, la nuova tassa di soggiorno della sanità moderna. Sembra quasi che, prima di curarti, vogliano testare la tua fede nel sistema… e nel tuo portafoglio.Fila chilometrica. Gente ovunque. Un’aria che potresti tagliare con un coltello… ma rischieresti di colpire qualcuno in attesa da ieri.
Ore 8.00.Finalmente l’accettazione è fatta e inizia il secondo livello del videogame ospedaliero: attendere la OSS che ti porta al reparto. La scena è più o meno quella del check-in di un villaggio turistico, solo che qui la destinazione non è la piscina ma un bel letto con vista sulle flebo.
Ore 8.30.Terza tappa: corridoio d’attesa. Psicologicamente, sembra di partecipare a un reality show. La OSS compare a intervalli regolari, legge un nome e porta il “prescelto” verso la stanza. A ogni chiamata manca solo la musica di tensione: “Giovanni… la clinica ha deciso… di non nominarti ancora”.Gli ausiliari intanto sfrecciano con le barelle come in una Formula 1 ospedaliera. Lì capisci che il vero pericolo non è l’intervento, ma essere investito mentre cerchi di capire se il tuo nome è stato chiamato o hai avuto un’allucinazione da ansia.
Ore 8.45.Finalmente, come un miracolo natalizio, mi assegnano una stanza. Indosso il camice dell’eroe moderno: modello “gelo polare”, taglia “umiliazione universale”.
Ore 9.00.Arriva l'infermiera. Mi guarda. Si illumina.“E tu ancora qui stai? Io mi ricordo di te.”Ecco. Basta questa frase per farti dubitare della tua intera esistenza.Mi devo preoccupare? Essere l’indimenticabile del reparto è un premio o una maledizione?
Ore 9.30.Intanto l’ansia sale. Constante, puntuale, fedele. L’unico “servizio” davvero efficiente della sanità. E nel frattempo scrivo per eludere L'attesa e l'ansia.
“La pazienza in ospedale è una medicina amara… ma l’ironia è l’unico antidoto che funziona sempre.”