Molti mi chiedono: “Ma chi te lo fa fare di raccontare tutto, passo dopo passo?”
Beh, semplice: lo faccio per esorcizzare, per riderci un po’ su, e anche per dare una mano a chi, purtroppo, si trova a dover affrontare la stessa battaglia.
Quando ho scoperto di avere il tumore mi sono sentito perso: paura, smarrimento, e quella sensazione di non sapere nemmeno da dove partire. È come trovarsi in mezzo a un mare in tempesta senza bussola. Allora ho deciso: scrivo tutto. Ogni passaggio, ogni momento, anche i più scomodi. Ma lo faccio con sarcasmo, perché piangermi addosso non mi interessa, e drammatizzare non mi serve.
C’è anche un altro motivo: a Taranto e provincia, purtroppo, siamo in tanti. Troppi.
E allora che senso ha stare zitti? Racconto la mia esperienza non solo per me, ma per chi verrà dopo, per chi sta iniziando adesso questo percorso.
E permettetemi di aggiungere una cosa: chi combatte contro questo male non ha bisogno di frasi fatte o di occhi impietositi. Ha bisogno di amore, di serenità, di sentirsi accanto qualcuno che gli fa compagnia anche solo con una battuta o un sorriso. È la miglior medicina parallela alle cure.
A voi che mi seguite dico grazie. Ma vi chiedo anche un favore: pretendete, senza se e senza ma, che la salute venga prima di tutto. Non è merce di scambio, non è da barattare con promesse o interessi. È l’unico bene che non ha prezzo.
Se poi vi scappa pure una risata leggendo i miei appunti, ancora meglio: significa che il Diario di bordo sta facendo il suo lavoro. 😉
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