lunedì 29 settembre 2025

Cronache da un futuro passato. N° 6 – settembre 2025.

Cronache da un futuro passato. N° 6 – settembre 2025.
"L’autunno dell’umanità."

Viviamo in un tempo dove la guerra è diventata routine, una colonna sonora che non scuote più le coscienze. Le notizie scorrono come acqua sporca tra i titoli di un telegiornale distratto: bombardamenti, stragi, massacri. Eppure, ciò che dovrebbe indignare diventa presto un rumore di fondo, coperto dal frastuono dei teatrini politici e dalla corsa frenetica al profitto.
Il capitale globale non conosce limiti: multinazionali e finanza speculativa scrivono le leggi, mentre milioni di esseri umani vivono schiacciati tra precarietà e fame. Non è solo ingiustizia sociale: è il sintomo di una civiltà che ha invertito i valori, trasformando il denaro in divinità e la vita in merce sacrificabile.
Intanto la Terra geme. Incendi, alluvioni, siccità, catastrofi che un tempo definivamo “eccezioni” sono diventate il calendario ordinario dell’Apocalisse climatica. L’autunno del pianeta non è più un’immagine poetica: è la sua pelle che brucia, è il suo respiro che si spezza.
E davanti a questo scenario? Un silenzio complice, un’apatia diffusa. Le persone si guardano in cagnesco sui social, divise da fake news e paure alimentate ad arte, mentre chi davvero tiene le redini resta invisibile e intoccabile. La tecnologia, che potrebbe liberarci, viene piegata al controllo e alla manipolazione. Così l’individuo, anziché emanciparsi, si ritrova imprigionato in una solitudine di massa.
Quello che viviamo non è solo un autunno climatico, è un autunno morale. La compassione derisa come ingenuità, la solidarietà ridotta a folklore, la ricerca del bene comune bollata come utopia. È il trionfo del cinismo e del sospetto, mentre la ricchezza si concentra nelle mani di pochi, sempre più lontani e inaccessibili.
Eppure, nel riconoscere questo inverno in arrivo, forse si nasconde la nostra ultima possibilità di svegliare coscienze. Perché l’autunno dell’umanità non deve per forza preludere al gelo: potrebbe ancora trasformarsi in una nuova primavera, se solo tornassimo a mettere al centro ciò che davvero conta — la vita, la dignità, la giustizia.

🖋Giovanni Pugliese

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