Lo sgombero del Leoncavallo non può essere derubricato a semplice questione di ordine pubblico. Non è “un edificio occupato” da trattare come tutti gli altri. Il Leoncavallo è parte della storia culturale, sociale e politica del nostro Paese: decenni di iniziative artistiche, musicali, teatrali, sociali, di mutuo soccorso, di controinformazione. Un presidio che ha dato voce a generazioni di ragazzi e ragazze esclusi dalle vetrine ufficiali, uno spazio libero in cui si è costruita cultura dal basso.
Pensare di mettere sullo stesso piano il Leoncavallo e Casapound è un insulto all’intelligenza collettiva. Non solo perché la funzione sociale dei due luoghi è radicalmente diversa, ma perché dietro Casapound non c’è un patrimonio culturale condiviso, bensì un progetto politico che si richiama esplicitamente al fascismo. Uno spazio che non ha promosso inclusione, ma esclusione; non ha dato voce a chi non ce l’aveva, ma ha amplificato parole di odio e discriminazione.
Qualcuno sostiene: “se chiudono anche Casapound, allora va bene, pari e patta”. No. Non è così che funziona. Non siamo davanti a due occupazioni simmetriche da sgomberare per riequilibrare la bilancia. La questione non è di mera legalità formale, ma di sostanza: il valore sociale di un luogo non si misura con i metri quadri occupati, ma con ciò che in quegli spazi è stato costruito.
Il Leoncavallo ha dato cultura e socialità, Casapound ha coltivato divisione e nostalgia per un regime condannato dalla storia. Equiparare i due mondi significa cancellare le differenze tra chi ha seminato partecipazione e chi ha coltivato ideologie autoritarie.
Ecco perché non basta dire: “se chiudono anche Casapound allora va tutto bene”. Non va bene lo stesso. Perché resta la ferita di uno sgombero che non colpisce solo chi vive il Leoncavallo, ma un pezzo della memoria e del tessuto democratico del Paese.
La politica, quella seria, dovrebbe avere il coraggio di distinguere. Non tutto è uguale. Non tutte le occupazioni sono la stessa cosa. Non tutti gli spazi hanno lo stesso valore. Sgomberare il Leoncavallo non è stato un atto neutro: è stato un colpo a un pezzo di cultura libera.
🖋 GP
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