“Vacanze (im)possibili, Taranto imprigionata e promesse evaporate”
Siamo arrivati al limite, e non è il limite geografico di Lampedusa o di Capo Nord: è il limite della pazienza.
Fare le vacanze, oggi, per una famiglia media è diventato come vincere alla lotteria: un sogno, ma senza il biglietto vincente. Spiagge dorate? Sì, ma solo quelle nei cataloghi patinati delle agenzie. Alberghi? Con le tariffe che girano, ti conviene farti adottare da un resort.
E mentre gli italiani contano le monete per un gelato, c’è ancora chi difende questo governo con l’entusiasmo di un tifoso da curva sud… peccato che la squadra giochi sempre in difesa, e per di più nella porta sbagliata.
Ah, e poi la chicca dell’estate: i dazi di Trump. Un’altra mazzata, tanto per assicurarsi che quel poco di potere d’acquisto che ci restava finisca sotto la sabbia, insieme ai castelli dei bambini.
Nel frattempo, Taranto resta lì, incatenata alle sue ciminiere come un ergastolano al palo.
Le vacanze per noi tarantini hanno sempre un retrogusto amaro: puoi anche andare al mare, ma sai che a due passi c’è chi continua a sfornare polveri e veleni, con la complicità di chi governa e la distrazione di chi dovrebbe vigilare.
Si parla di turismo e di rilancio, ma nessuno mette in conto che respirare aria pulita è il primo biglietto per una vacanza vera.
E mentre riflettevo su tutto questo, ecco la notizia bomba: l’ASL di Taranto mi ha convocato per una visita presso la sua commissione.
Mi immagino la scena: loro che mi scrutano, io che respiro come un mantice e penso “Volete sapere come sto? Uscite un’ora all’aria aperta qui e poi ci raccontiamo chi ha bisogno della visita”.
In fondo, a Taranto, l’unica commissione che dovrebbero convocare è quella per valutare la salute dell’aria… ma per quella servirebbe una cartella clinica troppo spessa per passare dalla porta.
In qualche cassetto del ministero, intanto, c’è ancora l’ologramma della promessa più famosa d’Italia: il taglio delle accise. Promessa vista più volte di Babbo Natale, e con la stessa probabilità di vederla realizzata. Gli italiani aspettano… e aspettano… mentre il governo si esercita nello sport nazionale preferito: dare la colpa agli altri.
📊 Rendicontazione per memoria storica:
▪️Taglio accise: non pervenuto.
▪️Sostegno alle famiglie: irreperibile.
▪️Riduzione costi vacanze: Santanchè e i diari di fantascienza.
▪️Risanamento Taranto: archiviato con polvere.
▪️Visita ASL: in arrivo, portate i pop-corn.
▪️Colpe altrui: illimitate e sempre disponibili.
Cari italiani – e cari tarantini – preparatevi: tra un po’ ci venderanno l’aumento dei prezzi come “esperienza premium”, l’inquinamento come “patrimonio industriale” e la mancanza di ferie come “vacanza a chilometro zero”. E noi, se non apriamo gli occhi, resteremo turisti del nostro stesso portafoglio vuoto… e prigionieri della nostra stessa aria, in attesa di una visita… che non guarisce nessuno.
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