giovedì 24 luglio 2025

📘 Diario di bordo – N°14 | Luglio 2025

📘 Diario di bordo – N°14 | Luglio 2025
"Notte prima degli esami... anzi no, della chemio!".

E sì, amici miei cari, mentre il mondo si divide tra chi balla al ritmo del reggaeton in spiaggia, chi accende il barbecue con 40 gradi all’ombra e chi suda solo al pensiero di camminare fino al frigo, io... mi preparo alla mia prima "appuntamicina" con la signorina Chemio.

È la notte prima del “grande giorno”.
Altro che maturità o test universitari.
Io domani alle 9 spaccate, mica devo compilare quiz a crocette o scrivere un tema d’italiano.
No no.
Io ho appuntamento con un cocktail esplosivo, shakerato dalla farmacologia moderna, servito direttamente, senza olive e con un retrogusto di "vinca alcaloide con note agrumate di nausea".

Dovrei dormire, lo so.
Invece?
Google è il mio psicoterapeuta notturno.
Cerco:
“Effetti collaterali chemio prima seduta”,
“sintomi più comuni chemio”,
“come sopravvivere al primo giorno di chemio senza sembrare un cencio da spolvero”.
Risultato?
Un horror degno di Stephen King.
Vomito, nausea, debolezza, stanchezza, sbalzi d’umore, crisi esistenziale, voglia di mangiare solo crackers e guardare fiction turche.

E mentre leggo tutto ciò, tra una ansia e l’altra, il termometro fuori segna 27 gradi alle 01:47.
Certo, perché se devi affrontare la chemio, almeno che non sia in piena estate, perchè ti tocca sudare come un ghiacciolo dimenticato sul cofano di una Panda del ‘95. Invece a me tocca proprio il periodo peggiore, l'estate di fuoco. 😱

Ma sapete una cosa?
Nonostante tutto questo, domani io ci vado.
Sì, ci vado con il sorriso, con lo zaino pronto e una playlist di battute idiote da sparare all’infermiera, se la trovo di buon umore (altrimenti le offro un caffè).
Perché non sarà la chemio a decidere il mio umore. Lo decido io.

E quando leggerete questo post — programmato per essere pubblicato alle ore 9 precise di giovedì 24 luglio, mentre io sarò già lì, sdraiato su un lettino a fare amicizia con la flebo — sappiate che non sarò solo. Oltre a mia moglie e mio figlio in clinica con me, ci sarete tutti voi.
Perché questa avventura voglio viverla condivisa, con sarcasmo, cuore e quella sottile arte dell’auto-supercazzolamento, che salva l’anima anche quando il corpo è sotto attacco.
Quindi forza, signora Chemio.
Si accomodi.
Ma sappia che io non mi piego. Al massimo mi stendo un attimo, poi mi rialzo.

Ci vediamo dopo, cari lettori.
Ora poso il cellulare, mi avvolgo nel lenzuolo come un involtino primavera e provo a dormire.
Che domani si parte, e il coraggio, come sempre, lo porto io.

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