mercoledì 9 luglio 2025

📘 Diario di bordo – N°10 | Luglio 2025

📘 Diario di bordo – N°10 | Luglio 2025

“Incontri ravvicinati con la dottoressa (umana), camici volanti e supercazzole terapeutiche.”

Allora, amici miei… ieri è stata “la giornata della conoscenza”.
No, non sono andato in pellegrinaggio da Alberto Angela, ma finalmente ho conosciuto colei che avrà il coraggioso compito di curare settimanalmente il mio "problemino" (che tanto ino non è, ma fa fine dirlo così).
E vi dico subito: donna simpatica, cordiale, empatica, esaustiva… in una parola: umana.
Praticamente l’antitesi vivente del vasetto di yogurt scaduto lasciato sotto il sole, alias il dottore che mi ha mandato l’esito istologico via WhatsApp all’alba come se fosse l’offerta del giorno su Amazon Prime.

Ma andiamo con ordine, come si dice nelle migliori cronache giudiziarie.

La notte prima dell’incontro, non ho chiuso occhio.
Sarà stata la tensione, sarà stata la testa che frullava peggio di un frullatore senza coperchio, sarà stato il classico effetto ansia pre-visita… fatto sta che se ho dormito due ore, è un miracolo degno di Lourdes.

Alle 11:00 ero già pronto. Alle 12:00 l’appuntamento.
Un’ora di anticipo, perché da bravo ex lavoratore puntualissimo se arrivo solo in orario, mi sento in ritardo.
In testa ho una lista mentale di domande che nemmeno Mentana nel suo Tg delle 20.

Arrivo nel reparto, cerco di individuare la famosa “dottoressa X” tra una miriade di camici bianchi che sfrecciano avanti e indietro come astronavi nell’iperspazio.
Intanto, intravedo delle stanzette: due lettini, un lavandino, e fuori seduti alcuni pazienti...
Mi viene il dubbio:
“Ma vuoi vedere che queste sono le famigerate stanze della tortura?"
Ops, volevo dire: “della cura”? 😅

Poi, come nelle migliori scene da film, compare lei: camice bianco, biondina, minuta, con un accenno di sorriso che vale più di mille parole.
Mi fiondo su di lei come un fan su una rockstar e chiedo:
“Lei è la dottoressa X?”
E lei, con calma olimpica:
“Sì, sono io.”

A quel punto, presentazioni, stretta di mano e… via, nello studio.
Con voce un po’ incrinata ma dignitosa, le spiego tutto il malloppone della mia storia clinica che avevo diligentemente preparato, manco dovessi sostenere la tesi di laurea.
Lei mi ascolta. Davvero.
Mi guarda negli occhi. Davvero.
E risponde con chiarezza, empatia, competenza.
In dieci minuti, riesce a farmi capire più lei che l’urologo in dieci settimane.
(Non è che ci volesse molto, eh. Ma lasciatemi esagerare).

E così, ecco il verdetto:
👉 Dal 24 luglio si parte.
👉 Il percorso sarà un po’ tosto.
👉 I cicli non saranno caramelle balsamiche.
Ma io stringerò i denti e andrò avanti.
Perché se non vi ammorbo io con le mie sventure tragicomiche… chi lo fa? 😜

E se qualcuno si stufa, beh, può sempre:
✅ bypassare i miei scritti,
✅ silenziarmi educatamente,
✅ o nella peggiore delle ipotesi, bloccarmi su Facebook e vivere felice.

Ma io, modestamente, vi lascio con una scena che nemmeno “Amici Miei” avrebbe osato scrivere:

> “Mi raccomando, dottoressa, quando cominceremo la terapia faccia attenzione a non interrompere l’azione del ciclo mediante una rotazione delle fiale con la disinvoltura della supercazzola prematurata, perché se la trombositocitosi interagisce col radicale libero del doppio saluto, la biondina rischia l’effetto zingarata, e lì ci vuole un dosaggio di spirito d’iniziativa con contorno di ottimismo e mezza flebo di ironia, sennò mi si scompone l’animo come una carbonara col parmigiano!”

E adesso vi lascio con un pensiero dedicato a tutti quelli come me, che stanno affrontando o stanno per affrontare un ciclo di chemioterapia… e anche a chi gli sta accanto, quei santi laici chiamati amici, figli, mogli, parenti, vicini di poltrona e di cuore.

Ricordatevi sempre una cosa:
questa non è una guerra, perché la guerra è brutta e fa schifo.
Questa è una sfida. Una scalata. Una corsa a ostacoli.
E sì, ogni tanto inciampiamo, ci scappano le lacrime, il nervosismo, le notti insonni…
Ma poi ci si rialza.
Con stile, col sorriso e – se possibile – anche con una bella battuta pronta.

A chi comincia ora dico: non temere.
Sarai più forte di quanto immagini, e quando crederai di aver finito la benzina…
scoprirai che vai avanti a risate, carezze e spruzzate di ironia.

A chi ci accompagna dico:
abbracciate forte, anche solo con lo sguardo.
Non dite “tutto andrà bene”, ma piuttosto “sono qui”.
E ogni tanto, offriteci un gelato o un meme cretino: valgono quanto una flebo di allegria.

E se proprio non sapete cosa fare…
mettete un camice, fingete di essere infermieri e portateci il caffè.
Male non fa, e almeno per un momento, ci sentiremo meno pazienti e più umani.

Dunque avanti tutta.
A testa alta, stomaco forte e cuore leggero.
Che poi, come diceva il saggio (forse uno zio ubriaco):

> "La chemio è come una partita a scacchi con la vita: ogni tanto perdi un pezzo… ma se tieni duro, fai scacco matto col sorriso!"

Alla prossima, con la solita ironia, qualche globulo bianco in più e la voglia matta di rompere le scatole.

sabato 5 luglio 2025

📘 Diario di bordo – N°9 | Luglio 2025

📘 Diario di bordo – N°9 | Luglio 2025

“Incontri ravvicinati del terzo tipo… con l’urologo.”

Stamattina, alla buon’ora, incrociando le dita (non per cambiare l’esito dell’istologico – quello era già arrivato in anteprima esclusiva su WhatsApp con tanto di emoji mancata – ma solo per una piccola speranza), speravo che il medico che mi ha operato il 4 giugno si fosse svegliato col piede giusto.
Perché diciamocelo chiaramente: più che un medico, a volte sembra un vasetto di yogurt scaduto, dimenticato da mesi sotto il sole d’agosto su un muretto di Statte.
E attenzione: non metto in discussione la sua professionalità, che anzi, è indiscutibile.
Ma il carattere... ecco, quello sì. Difficile da digerire, come un panzerotto fritto alle sei del mattino.

Arrivo nel suo studio. Attendo il mio turno con l’agitazione di chi sta per fare l’esame di maturità, ma senza la colonna sonora di sottofondo.
Finalmente mi riceve.
E prima ancora che possa dire “si accomodi”, gli sparo subito:
“Pugliese. Dottore, sono Giovanni Pugliese, operato il 4 giugno. Quello del referto su WhatsApp.”

A quel punto lui si ricorda (o finge bene) e parte a scrivere come se stesse compilando una letterina a Babbo Natale, indirizzata però al medico oncologo che dovrà prendersi cura del mio futuro.
Scrive, scrive, firma, piega e consegna.
Dieci minuti. Tempo record.
Più che una visita medica sembrava il ritiro di una raccomandata in posta: “Ecco qui il suo pacco, firmi qui, buona giornata e in bocca al lupo.”
Che dire, l’efficienza è una virtù, ma quando parliamo di corpi, paure, speranze e umanità… magari qualche minuto in più non guasterebbe, dottò!

Riassunto della puntata?
📍 Ho le indicazioni per affrontare l’estate a colpi di terapie e appuntamenti.
📍 Tra tre mesi circa, si torna in clinica.
📍 Altra operazione, altro prelievo, altra analisi.
Insomma: il tour continua. Non è esattamente quello di Vasco, ma siamo lì… solo che qui i biglietti non li paghi in euro, ma in pazienza e coraggio.

E mentre vi scrivo, sospiro.
Profondamente.
Non per commuovermi, ma per dare fiato a quella vocina dentro di me che ogni tanto sussurra:
“Ma perché proprio io?”
E a cui io rispondo, ogni volta:
“Perché chi se non io? Chi ha più ironia, testardaggine e voglia di prenderla con un sorriso amaro se non questo testone pugliese?”

Mi prendo in giro, sì.
Perché se non rido io, chi lo fa?
E perché ridere, anche nel mezzo del buio, è la mia forma preferita di resistenza.

venerdì 4 luglio 2025

📘 Diario di bordo – N°8 | Luglio 2025

📘 Diario di bordo – N°8 | Luglio 2025

“Tra buche, cerini e promesse: diario semiserio di un cittadino che non si arrende.”

Quando ti ritrovi ad affrontare un problema di salute – e parlo ancora dalle fasi iniziali, quindi il bello (si fa per dire) deve ancora venire – succede qualcosa di particolare.
Ti si apre un mondo.
Un mondo popolato da tante, troppe persone che vivono situazioni simili alla tua, spesso in silenzio, spesso con dignità, sempre con una dose di forza che fa tremare le ginocchia.

Qualcuno potrebbe dire:
“Eh, vabbè, magra consolazione sapere di non essere soli…”
E avete anche ragione.
Non è una consolazione.
È un dato di fatto, crudo e nudo.
Ma proprio per questo, lo prendo come un motivo in più per dire a tutti voi: fate controlli, prevenite, non aspettate che il motore vada in avaria.

Perché, vedete, la differenza tra noi e tanti altri è come quella tra chi viaggia su un’auto in autostrada fresca d’asfalto, e chi – come noi – cerca di schivare buche, crateri e tombini ribelli nelle strade del Sud.
Ora ditemi: secondo voi chi ha bisogno di fare manutenzione prima?
Chi viaggia sul velluto o chi guida tra le scosse sismiche dell’asfalto urbano?

Già, benvenuti nel nostro meridione, terra bellissima e sgangherata, dove anche il corpo umano, per sopravvivere, deve fare l’equilibrista tra smog, veleni e speranza.

In questi giorni, intanto, va in scena l’ennesimo teatrino istituzionale.
Una vera "querelle all’italiana", con lo Stato da una parte e gli enti locali dall’altra, che si passano un cerino acceso come se fosse una patata bollente.
Quel cerino si chiama ex ILVA – sì, proprio quella – la “fabbrica dei veleni”, la multinazionale del disastro ambientale.

E io lo dico con il cuore:
dello Stato non possiamo più fidarci, perché ci ha condannati da tempo.
Ma almeno dei nostri sindaci, quelli che dovrebbero rappresentare la comunità e difendere la salute pubblica, vorrei fidarmi ancora.

A voi, cari sindaci, non chiedo miracoli.
Chiedo coerenza. Coraggio. Onestà. E una cosa che sembra piccola ma è enorme: ascolto.
Non ascoltate solo gli amici di partito, i consulenti di fiducia o gli esperti delle mezze verità.
Ascoltate i cittadini, le associazioni, chi da anni studia, denuncia, propone.
E soprattutto, ricordatevi cosa dicevate in campagna elettorale quando promettevate partecipazione, trasparenza, ascolto.
Sì, proprio voi, quelli del "ascolteremo tutti", "la salute prima di tutto", "basta con le promesse vuote".

Ecco, è arrivato il momento di dimostrarlo.
Perché fare le interviste con parole vaghe, dicendo tutto e il contrario di tutto, non vi fa più apparire intelligenti: vi fa apparire complici.
E il vecchio gioco delle tre carte, francamente, ci ha rotto i cogl...ni.
Ops, scusate il francesismo… sarà la colecisti che ancora parla al posto mio 😅

Cari sindaci e amministratori, ci aspettiamo una decisione politica e non una scelta tecnica.
Perché la salute dei cittadini non si baratta.
Non basta un timbro, un progetto tecnico o un calcolo sulla carta.
Serve chi ha il coraggio di scegliere, di dire no a interessi economici che mettono a rischio la vita delle persone. Serve coerenza, trasparenza, ascolto vero — e soprattutto azione politica.

Perché di gente che si ammala, di figli che non possono respirare e di madri che piangono ce ne sono già fin troppi.
E da voi ci aspettiamo molto di più di belle parole: chiediamo responsabilità politica concreta.
Non per un favore, ma per un diritto: il diritto alla salute. 🌱

Concludo con una frase semplice:
Siate uomini. Siate umani. E vogliate davvero bene alla vostra gente.
Perché il rispetto non si impone, si guadagna.
E oggi il popolo ha bisogno di verità, non di slogan.

📘 Diario di bordo – N°7 | Luglio 2025

📘 Diario di bordo – N°7 | Luglio 2025

“Ci sono carezze che non passano dalle mani, ma dalle parole.”

In questi giorni in cui la mia strada si è fatta più incerta, piena di curve strette e salite impreviste, ho ricevuto un’ondata di messaggi, parole, abbracci virtuali e anche reali.
E sapete che vi dico?
Mi hanno fatto un gran bene.
Mi hanno dato quella spinta che serve quando hai le gambe molli e il cuore un po’ in disordine.
Perché dentro ogni vostro messaggio ho trovato carburante puro per l’anima, di quello buono, senza emissioni nocive.
E io lo trasformo in forza. In voglia di lottare. In gratitudine profonda.

Io sono quello che leggete.
Quello che non sa fingere.
Quello che ha fatto della trasparenza uno stile di vita, anche quando sarebbe stato più comodo starsene zitti o dietro le quinte.
Ho sempre pensato che la vita vada vissuta a volto scoperto, con tutte le rughe, le cicatrici e i graffi che ti porti addosso.
Il mio modo di essere è questo: darmi agli altri con ciò che so, che ho imparato, che ho sbagliato.
A volte mi espongo troppo, sì, e prendo delle sonore “botte”.
Ma fa parte del gioco.
Se sei vero, rischi sempre. Ma non potrei fare diversamente.

E sì, può darsi che a volte appaia scontroso.
Ogni tanto ho l’espressione da “guardia giurata della verità” e lo sguardo da “non rompere che già ho i miei pensieri”.
Ma ve lo dico col cuore in mano: non chiedetemi mai di scegliere tra “o con me o contro di me”.
Perché in quel caso – senza rancore ma con chiarezza – mi troverete contro.
Per me la libertà di pensiero è sacra. Più di un decreto, più di un partito, più di un dogma.

Adoro l’umiltà.
Le persone umili mi insegnano cose che nessuna enciclopedia potrà mai spiegarmi.
Sono il peggior nemico degli arroganti, dei furbetti, degli “esperti di tutto”, di quelli che sanno tutto ma non hanno capito niente.

E poi, diciamocelo:
in questo mondo pieno di gente che parla a caso, restare umani è già un atto rivoluzionario.
Quindi grazie a voi, amici miei, per esserci.
Perché in questa traversata un po’ burrascosa, le vostre parole sono state e saranno il mio giubbotto di salvataggio… e pure una pacca sulla spalla.

E ora vado.
Mi prendo cinque minuti di pausa per pensare…
Magari in silenzio… magari no…
Magari litigo con l’ecografo (che continuo a sospettare sia un porta sfiga professionista 😅).

giovedì 3 luglio 2025

📘 Diario di bordo – N°6 | Luglio 2025

📘 Diario di bordo – N°6 | Luglio 2025

“Quando il tempo rallenta, anche i pensieri fanno più rumore… e a volte pure la cistifellea.”

Inizia così questo nuovo capitolo.
Due giorni, due schiaffi. Uno fisico, l’altro morale.
Perché il 1° luglio, giorno del mio compleanno, invece di spegnere candeline e farmi gli auguri da solo davanti a una fetta di torta, ho pensato bene di regalarmi…
una bella ecografia.

Non una cena romantica, non un brindisi con gli amici, no, io sono il tipo che si festeggia con una visita medica, rigorosamente a pagamento, perché se aspetti l’ASL ti danno appuntamento direttamente nel presepe vivente del 2026.
Motivo?
Un dolore acuto e persistente sotto le costole a destra, che da un po’ si faceva sentire e che, giustamente, il mio corpo ha deciso di intensificare proprio nel giorno in cui avrei voluto solo pensare al futuro con un filo di leggerezza.

Risultato?
Dalla serie “quando piove, piove sul bagnato”:
un grosso calcolo alla cistifellea, accompagnato da altri piccoletti ben più pericolosi.
Diagnosi: da operare.
🎁 Buon compleanno a me e alla mia cistifellea!
Eccecavolooooooo!!!

E non è finita qui.
Perché il giorno dopo, 2 luglio, così – giusto per non farci mancare niente – mi arriva l’esito dell’istologico.
Via WhatsApp.
Sì, proprio così.
Nessuna chiamata, nessuna voce, una notifica e via. Come se ti dicessero che è finita la promozione sul tonno al supermercato.
Un referto che avrebbe meritato uno sguardo umano, un confronto, un tono di voce rassicurante...
E invece: bling, e ti crolla il respiro.

Sembra che mi tocchi una strada lunga, delicata, complicata.
E sinceramente, spero solo che non sia tutta in salita, perché oggi come oggi, moralmente non so se ho fiato e forza per arrivare in cima.

Ci provo, eh.
Mi alzo ogni giorno e ci provo.
A credere che ce la farò, che la vita può ancora sorprendermi in positivo, che il dolore non è per sempre.
Ma oggi – ve lo dico sinceramente – il sorriso lo porto fuori solo con lo scontrino.

Ringrazio chi mi sta vicino, chi mi scrive, chi mi legge in silenzio.
Scrivere è l’unico modo che conosco per tenere in ordine il caos.
E se ogni tanto uso l’ironia, è perché è la mia corazza più leggera e onesta.

E ora lasciatemi fare una domanda che mi tormenta da giorni...
Ma non sarà che è proprio l’ecografo che mi porta sfiga?! 😅

mercoledì 2 luglio 2025

📘 Diario di bordo – N°5 | Luglio 2025

📘 Diario di bordo – N°5 | Luglio 2025

“Quello che non vorresti mai leggere, e invece lo leggi. E ti cambia il respiro.”

Quello che non volevo sentire…
Quello che avrei voluto rimandare all’infinito…
E invece è arrivato.
Con la freddezza di un messaggino WhatsApp.
Sì, proprio così: un esito istologico comunicato via WhatsApp, come fosse la lista della spesa o un meme da condividere.
Una notizia che meriterebbe silenzio, tatto, voce. Invece: bing, notifica, gelo.

È dura, amici miei.
Sembra che mi tocchi una lunga strada da percorrere.
E sinceramente, spero con tutto il cuore che non sia tutta in salita… perché oggi, così come mi sento ora, moralmente non so se avrò il fiato per arrivare in cima.

Mi sto sforzando di non crollare.
Mi ripeto che il coraggio non è non avere paura, ma affrontarla anche quando tremi dentro.
Ma lasciatemelo dire: oggi il mio coraggio è in mutua.

C’è una parte di me che vorrebbe scomparire per un po’, spegnere il mondo, mettere in pausa tutto.
E poi ce n’è un’altra, testarda, che mi sussurra: “non è finita, la salita forse ti mostrerà orizzonti che nemmeno immagini…”

A chi sta affrontando battaglie simili alla mia: vi stringo forte.
A chi mi vorrà restare accanto: grazie, di cuore.
Non so dove mi porterà questa strada, ma una cosa è certa: non la farò fingendo di stare bene, ma affrontandola per quella che è. Con le mie fragilità, i miei silenzi e, quando possibile, con un sorriso vero.

Oggi niente frasi ironiche.
Oggi solo la cruda verità.
Ma anche nei giorni più duri, questo diario resta aperto.
Perché scrivere è il mio modo di non perdere il filo, di tenermi aggrappato alla vita.

📘 Diario di bordo – N°4 | Giugno 2025

📘 Diario di bordo – N°4 | Giugno 2025

🚴‍♂️ GIRO COMPLETATO. CIMA RAGGIUNTA. ORA LA DISCESA (sperando che i freni tengano!)

Ed eccoci qui. Altro giro, altra tappa. È il mio compleanno. Un giorno come gli altri? Forse. Ma si sa: ogni giro di boa va celebrato, anche solo con un sorriso ironico e un respiro profondo.

🎂 Gli anni cominciano ad essere un bel pacco gara… e quella famosa “cima”, quella del mito, l’abbiamo raggiunta. Sì, ho già “scollinato”. Ora sono in discesa, e se tutto va bene, senza mani! Ma con la speranza che i freni reggano, soprattutto quelli del buon senso e della salute.

🛠️ Ovviamente, come ogni buon ciclista di lungo corso, ho dovuto fermarmi a fare qualche pit-stop: un tagliando qui, una revisione là, un check ai battiti, uno sguardo ai pensieri storti. Perché la meccanica – soprattutto quella umana – ogni tanto fa i capricci. Ma siamo ancora in corsa, e con dignità.

😄 Non corro più per dimostrare nulla, ma per godermi il vento in faccia, le storie vissute, gli abbracci veri e i progetti che ancora bruciano sotto la pelle. La strada è meno lunga di ieri, ma è tutta da vivere.

🧠 E poi c’è il carattere. Il mio. Un po’ scontroso a volte, vero. Non sempre facile da domare, ma mai fasullo. Non mi sono mai piegato ai venti del convenzionale, e ho sempre preferito una parola sincera a cento inchini inutili. La vita è una ruota, gira per tutti, e quando sei in salita impari chi sei. Ma anche in discesa serve equilibrio. Ed è lì che si vede la stoffa.

💬 Non sono perfetto, ma sono autentico. Ho il vizio di dire la mia, anche quando sarebbe più comodo stare zitto. Ma l’ho imparato col tempo: chi tace sempre, a furia di ingoiare, si dimentica il gusto della verità.

🎈Oggi ringrazio chi ha corso con me, chi ha tenuto il passo, chi mi ha aspettato ai box, chi mi ha fatto compagnia anche solo per un tratto. E un pensiero a chi non c’è più, ma ha lasciato segni preziosi sulla mia mappa interiore.

La corsa continua. Più lenta? Forse. Ma ancora con la voglia di guardare avanti e vivere con la catena ben oliata e il cuore in salita.
Buon compleanno a me. 🎂🥂

📘 Diario di bordo – N°10 | Luglio 2025

📘 Diario di bordo – N°10 | Luglio 2025 “Incontri ravvicinati con la dottoressa (umana), camici volanti e supercazzole terapeuti...