venerdì 17 ottobre 2025

📝 Diario di bordo n°45 – Ottobre 2025

📝 Diario di bordo n°45 – Ottobre 2025
“Analisi del sangue e della democrazia”

Sveglia alle sei, dopo i bagordi della sera precedente per il compleanno di mio figlio. Un eroe, io, che dopo una nottata tra risate, candeline e dolciumi, riesce persino ad alzarsi per andare in clinica. Barcollo, ma non mollo. La giornata è uggiosa e il cielo sembra in perfetta sintonia con il mio umore.

Arrivo in clinica per i controlli in day hospital e, come la volta scorsa, la scena è sempre la stessa: corridoi affollati, pazienti in modalità “lotteria umana”, tutti con in mano il loro numeretto assegnato dal burbero usciere di turno — quello che, ne sono convinto, nella vita precedente deve aver fatto il sergente maggiore in qualche caserma svizzera.

Ci guardiamo di traverso, noi pazienti, come gladiatori in attesa del nostro turno nell’arena. Chi tossisce, chi si lamenta, chi sospira sperando di essere chiamato per primo. La prima tappa, manco a dirlo, è quella del prelievo del sangue. E lì, come sempre, trovo lei: l’infermiera vampira.
Sorride (un po’), sistema le provette e intanto affila l’ago con la stessa cura con cui un samurai lucida la sua katana. Io, intanto, cerco di pensare ad altro per non farmi suggestionare… ma il destino, si sa, ha un gran senso dell’ironia.

Scorro le notizie sul telefono e leggo dell’attentato a Sigfrido Ranucci. Tritolo, paura, un messaggio chiaro e inquietante: “Stai attento.”
E allora mi passa anche il fastidio del prelievo. Mi sale invece quella rabbia che conosco bene, quella che ti prende quando capisci che in questo Paese, chi racconta la verità deve ancora guardarsi le spalle.

I tempi sono bui, e la democrazia sembra camminare sulle uova. Gli attacchi si moltiplicano, e intanto la propaganda governativa — quella sì che gode di ottima salute — riempie l’aria come una nebbia tossica, confondendo le menti e intorpidendo le coscienze.

Respiro, e sento che l’aria che ci circonda è poco salubre, non solo per i polmoni ma per la mente. C’è un inquinamento morale che si diffonde, silenzioso, come quello industriale che da decenni avvelena Taranto e Statte.
E mi viene da pensare che, forse, servono più anticorpi democratici che globuli bianchi.

Bisogna reagire. Con dignità, con coraggio, con la stessa tenacia con cui affrontiamo le nostre battaglie personali. Perché la salute non è solo quella del corpo: è anche quella della libertà, della giustizia, del diritto a dire la verità senza paura.
E allora sì, anche oggi, tra provette, aghi e pensieri, scelgo di non arrendermi.
Alla malattia, ma soprattutto all’indifferenza.

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