sabato 19 luglio 2025

📘 Diario di bordo – N°11 | Luglio 2025

📘 Diario di bordo – N°11 | Luglio 2025

“Giovanni 048, per servirvi (con un modulo timbrato e un pizzico d’autoironia)”

Mattinata interamente dedicata a una delle attività più “entusiasmanti” che la malattia ti regala nel pacchetto completo: la burocrazia.
Già, perché oltre a ricoveri, esami, ecografie e referti spediti su WhatsApp come fossero volantini del supermercato, ti tocca pure rincorrere carte, firme e sigle come se partecipassi a un reality: “Chi vuole diventare un esente fiscale?”

Stamattina, con tutta la mia dignità ben stirata, mi sono presentato all’ASL per ottenere l’esenzione 048, quella riservata ai malati oncologici.
Sì, proprio quella.
Quella che qui a Taranto conosciamo tutti fin troppo bene, ancora prima di sapere l’ora esatta del Telegiornale.
Un numero che, come ho scritto tempo fa in un mio post, fa venire i brividi solo a pronunciarlo.

> “A Taranto basta sentire ‘048’ per sentire un brivido. Non è un numero qualsiasi: è il codice di esenzione per patologie oncologiche. Un codice che, se da un lato garantisce cure gratuite, dall’altro è un marchio silenzioso, una ferita aperta che accomuna troppe famiglie. [...]”

Quel post lo scrissi mesi fa, senza immaginare che un giorno quel codice avrebbe avuto anche il mio nome accanto.
Oggi invece, malgrado tutto, sono ufficialmente anch’io uno “048”.
Singh. 😢
Che vi devo dire… sarà stata premonizione o incoscienza. Forse ero una Cassandra con la testa tra le nuvole e i piedi ben piantati a Taranto.

Comunque sia, per la cronaca: l’intera operazione “esenzione 048” è durata appena 10 minuti.
Roba da Guinness dei primati…
(oppure era il solito caso raro in cui l’impiegata dell’ASL aveva preso il caffè buono).

Ma mica finisce qui.
Ora mi tocca passare dal CAF per la prossima puntata: la 104, quella delle “agevolazioni” che hanno sempre un’aria da “ti aiutiamo… ma prima salta 16 ostacoli, compila 12 fogli, fai una giravolta e dì grazie”.

Nel frattempo, si avvicina anche il 24 luglio, giorno di inizio terapia.
E la testa comincia a frullare come una lavatrice nel programma centrifuga.
Tanti pensieri, qualche ansia, ma anche tanta voglia di affrontare tutto con la forza che mi viene da voi.

Perché sì, lo ribadisco:
non siete solo “amici da social”.
Siete persone vere, concrete, sincere.
Grazie a voi, amici veri, ex colleghi, vecchi compagni di sindacato e di risate, che mi state vicini, mi chiamate, mi scrivete, mi sopportate.
Le vostre parole, i vostri messaggi, anche solo un “come stai oggi?”, sono la cura che non prescrive nessuno, ma funziona più della tachipirina e del cortisone messi insieme.
E io vi voglio bene, sinceramente.

E ora scusate se chiudo con un pizzico di sarcasmo – che è la mia medicina alternativa preferita – ma tra codici, esenzioni, timbri e appuntamenti, sto iniziando a credere che il tumore sia l’unica cosa che arrivi senza prenotazione, senza modulo e senza fila.

E ricordate:
non siamo solo codici. Non siamo solo malati.
Siamo anime piene di forza, coraggio, e – quando serve – anche di una sana, sacrosanta autoironia.
Ridete, amici miei.
Rideteci su.
Che la vita a volte è una bastarda, ma con la risata giusta, non vince mai.

Alla prossima, con lo zaino in spalla, i documenti in ordine, l’umore ballerino ma la volontà incrollabile.
E se proprio mi vedete assorto tra le carte, non preoccupatevi:
sto solo cercando l’ufficio giusto dove presentare la richiesta per essere ancora me stesso, nonostante tutto.

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