Eh no, questa è la Befana. Qui invece sono le 10 del mattino, l’orologio biologico è tarato sul post-colazione e pre-visita medica, e fa il suo ingresso il team più sottovalutato della sanità: gli inservienti.
Sì, loro. I mitici, i silenziosi, i custodi del pulito.
Non portano stetoscopi al collo né camici bianchi al vento, non prescrivono terapie né misurano pressioni, ma credetemi: senza di loro, altro che degenza… si sprofonderebbe nel caos e nella muffa emotiva.
Entrano con discrezione, scarpe silenziose, sguardo attento, gesto preciso.
Hanno il potere quasi mistico di spazzare via polvere, germi e un po’ anche il malumore, mentre con uno spruzzo di disinfettante rendono l’aria più respirabile (anche se con quel profumo da alcool etilico in stile "sambuca scaduta", ma fa parte del gioco).
Il letto, dopo il loro passaggio, sembra uscito da una pubblicità di ammorbidente. Il pavimento, che fino a un minuto prima ti sembrava “tollerabile”, diventa impeccabile, e ti accorgi che la tua stanza è più pulita della tua stessa casa.
“Ma com’è possibile? A casa mia il bagno non brilla così nemmeno dopo due ore con Vetril e bestemmie.”
Con le loro magliette celesti, sono un po’ ninja, un po’ samurai del mocio, e con quella gentilezza tipica di chi sa che ogni gesto conta, riescono a non disturbare nemmeno quando ti girano attorno con la scopa mentre tu tenti di ricordare in che giorno siamo.
A loro va il mio inchino e la mia gratitudine sincera.
Perché non è solo questione di pulizia: è che ci fanno sentire in un posto degno, curato, rispettato.
E quando sei in pigiama da tre giorni e la tua autostima giace sotto il letto, fidati, avere una stanza pulita ti rimette al mondo.
Grazie, angeli del pulito.
Grazie, custodi silenziosi delle corsie.
Grazie per ogni spruzzo, ogni spazzata e ogni sorriso accennato mentre passate al prossimo letto.
Ci vediamo domattina, stessa ora, stesso spruzzo.
E magari, stavolta, cerco di non farvi inciampare nel carrello della flebo.
Alla prossima puntata, amici.
Dal fronte lucido e profumato della clinica, è tutto.
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