📰 Il mito della caverna di Platone ci dà un’immagine potente che, nonostante risalga a duemila anni fa, continua a descrivere in modo attuale la nostra realtà , specie in una società sempre più dominata dai media.
Nel mito, Platone ci chiede di immaginare degli uomini incatenati dentro una caverna, costretti a guardare solo una parete davanti a loro.
Su questa parete vengono proiettate delle ombre, generate da figure trasportate dietro di loro, in un passaggio illuminato da un fuoco. Per i prigionieri, quelle ombre sono la realtà . Non conoscono nulla oltre a esse e non immaginano che il mondo fuori dalla caverna sia ben diverso e più ricco.
In chiave moderna, la caverna rappresenta il mondo costruito dai media e dai social: spesso noi, come i prigionieri, osserviamo solo una porzione limitata della realtà , modellata e proiettata da un filtro di informazioni selezionate e spesso manipolate.
I media costruiscono “ombre” sotto forma di notizie semplificate, sensazionalistiche o addirittura false, che creano in noi una percezione distorta del mondo.
▪️Esempio concreto: la bolla dei social media
I social media, come Facebook o Instagram, creano vere e proprie "caverne" digitali. Questi network funzionano attraverso algoritmi che selezionano per noi i contenuti che “potrebbero piacerci di più”. Il risultato è che vediamo solo ciò che conferma le nostre idee e interessi, rafforzando le nostre opinioni preesistenti. Questo fenomeno è noto come filtro-bolla: una sorta di isolamento informativo in cui le persone interagiscono solo con informazioni che rispecchiano i loro gusti, evitando ogni confronto con visioni diverse.
Se pensiamo ai prigionieri nella caverna, vediamo che essi non hanno idea di cosa ci sia al di fuori della loro limitata prospettiva.
Allo stesso modo, noi possiamo finire per credere che la realtà dei nostri social sia la realtà assoluta, senza mai aprirci a punti di vista differenti.
Ad esempio, se una persona segue solo pagine o profili che pubblicano contenuti cospirazionisti, finirà per vivere in una realtà parallela in cui ogni evento sembra il frutto di complotti. Non verrà mai a conoscenza di informazioni che possano contraddire quelle idee.
▪️Le "ombre" della televisione e dei notiziari
Anche la televisione, con i suoi telegiornali e programmi di intrattenimento, ci offre una versione parziale e, spesso, manipolata della realtà . Il modo in cui le notizie vengono selezionate, l’ordine con cui vengono presentate e il tono utilizzato servono a costruire una narrativa.
Pensiamo a come alcuni media enfatizzino certe notizie di cronaca nera o di pericolo incombente, generando paura e insicurezza. È una forma di “ombra” che impedisce di vedere il mondo in modo equilibrato: concentrandoci solo sulle notizie sensazionalistiche, possiamo arrivare a credere che il mondo sia pericoloso, instabile e pieno di minacce, ignorando tutto ciò che non fa notizia.
▪️Il cinema e il mito della bellezza
Un altro esempio è il modo in cui il cinema e la pubblicità creano immagini ideali della bellezza, del successo e della felicità .
Queste immagini, spesso irraggiungibili, diventano il nostro metro di giudizio: se non corrispondiamo agli standard che ci vengono presentati, ci sentiamo inadeguati. Le figure patinate delle pubblicità o le star del cinema sono un’ombra illusoria, che riflette solo uno stereotipo, non la realtà .
La caverna moderna, in questo caso, è il mondo dell’intrattenimento, che ci porta a misurare noi stessi con standard irreali.
▪️La realtà oltre la caverna: verso un’informazione critica
Platone immaginava che uno dei prigionieri riuscisse a liberarsi e uscisse dalla caverna. All’inizio, sarebbe stato accecato dalla luce del sole, perché non abituato alla realtà . Piano piano, però, si sarebbe reso conto di quanto il mondo fuori fosse più complesso e colorato di quelle ombre.
Tornato nella caverna per raccontare agli altri prigionieri ciò che aveva visto, sarebbe stato deriso e rifiutato.
Anche oggi, chi cerca di raccontare la realtà senza filtrarla, proponendo fatti e dati complessi o non allineati con l’opinione prevalente, spesso incontra resistenza.
Per uscire dalla “caverna mediatica” servono spirito critico e curiosità . La “luce” di oggi potrebbe essere la nostra capacità di cercare informazioni da più fonti, di confrontarci con idee diverse, di approfondire i temi senza fermarci al titolo o al post sensazionalistico. Solo così possiamo riconoscere le “ombre” e avvicinarci a una visione più completa della realtà .
Il mito della caverna, quindi, non è solo un racconto filosofico antico, ma una metafora attuale della nostra condizione nella società dell'informazione.
Sta a noi decidere se accontentarci delle ombre o uscire alla ricerca della verità .
🖊 GP
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