L'amianto, noto anche come asbesto, è stato largamente impiegato nel passato in molti settori, grazie alle sue proprietà isolanti, ignifughe e di resistenza. Tuttavia, nonostante i suoi vantaggi funzionali, è ormai accertato che l'amianto rappresenta un grave pericolo per la salute umana, tanto che è stato vietato in Italia dal 1992. Eppure, i suoi effetti continuano a farsi sentire a causa della sua massiccia presenza in molti edifici, strutture pubbliche e private, capannoni industriali e perfino in alcune tubature. La problematica del suo smaltimento è, oggi, una questione urgente e complessa, che richiede una chiara consapevolezza da parte dei cittadini e un impegno costante da parte delle istituzioni.
Perché l'amianto è pericoloso?
La pericolosità dell'amianto risiede nelle sue fibre microscopiche, che possono essere facilmente inalate e depositarsi nei polmoni, causando gravi malattie respiratorie e oncologiche. Tra le principali patologie provocate dall'amianto ci sono:
1. Asbestosi: una malattia polmonare progressiva che si manifesta con cicatrici nel tessuto polmonare, compromettendo la capacità respiratoria.
2. Mesotelioma: un tumore maligno che colpisce il mesotelio, una membrana che riveste i polmoni e altri organi interni. È una delle forme di cancro più aggressive e difficili da trattare.
3. Cancro al polmone: i soggetti esposti all’amianto hanno un rischio molto più alto di sviluppare il cancro polmonare.
4. Altri tumori: oltre ai polmoni, anche organi come laringe, ovaie e altre aree del tratto respiratorio possono essere colpite da tumori legati all’esposizione all’amianto.
Il problema maggiore è che queste patologie possono manifestarsi anche a distanza di decenni dall'esposizione iniziale, rendendo difficile sia la prevenzione che la cura.
Come smaltire l'amianto?
La rimozione e lo smaltimento dell'amianto devono essere gestiti con estrema attenzione, perché il rischio di contaminazione e di esposizione alle fibre durante le operazioni di rimozione è molto alto. La legge italiana prevede che solo personale qualificato possa effettuare la rimozione e il trasporto dell’amianto. Ecco i passaggi principali per lo smaltimento:
1. Individuazione e Mappatura: è fondamentale individuare le zone in cui è presente amianto e valutare il suo stato. Questa operazione è spesso effettuata da tecnici qualificati in collaborazione con aziende specializzate.
2. Encapsulamento o Confinamento: in alcune situazioni, anziché rimuovere l'amianto, si può optare per un trattamento di encapsulamento (ricopertura delle superfici con resine speciali) o confinamento (isolamento del materiale). Queste soluzioni sono temporanee e di solito richiedono manutenzione periodica.
3. Rimozione e Smaltimento: quando si decide per la rimozione, l’amianto deve essere prelevato da tecnici esperti e trasportato in discariche autorizzate. Durante il trasporto, il materiale viene sigillato per evitare la dispersione di fibre.
4. Bonifica e Monitoraggio: una volta rimosso, è importante bonificare la zona, verificando che non ci siano più tracce di fibre residue. Inoltre, il monitoraggio ambientale è essenziale per garantire la sicurezza di chi frequenta la zona in futuro.
Il Ruolo delle istituzioni e delle imprese
Il problema dell’amianto è complesso e richiede interventi coordinati da parte delle istituzioni e delle aziende. Le aziende che hanno utilizzato amianto in passato o che ne sono responsabili devono provvedere alla messa in sicurezza e allo smaltimento, mentre le istituzioni, sia a livello locale che nazionale, dovrebbero garantire una gestione sicura e sostenibile dei siti contaminati.
In Italia, il Piano Nazionale Amianto (PNA), elaborato dal Ministero della Salute, rappresenta uno strumento chiave per mappare i siti contaminati e promuovere azioni di prevenzione e bonifica. Tuttavia, ci sono ancora molte aree che non sono state completamente mappate, e la carenza di risorse economiche e burocratiche ostacola il progresso delle operazioni di bonifica.
L’amianto è una "bomba a orologeria" ancora presente nelle nostre città, un rischio silenzioso che continua a minare la salute di chi vive e lavora vicino ai materiali contaminati. È quindi essenziale una maggiore consapevolezza tra i cittadini e un impegno più deciso da parte delle istituzioni. Gli interventi di bonifica devono essere prioritari, e le risorse stanziate per affrontare questo problema devono essere sufficienti.
Solo una forte collaborazione tra enti pubblici, aziende e cittadini può garantire che questo killer silenzioso sia finalmente eliminato dalle nostre comunità. Agire adesso è una necessità per garantire un futuro più sicuro per le generazioni presenti e future.
🖊 GP
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