sabato 16 novembre 2024

Dialogo sull’uomo della casacca multicolore.

Socrate: Dimmi, caro amico, qual è la virtù più alta che deve possedere colui che guida il popolo?

Glaucone: Non è forse la giustizia, Socrate? O, forse, la fermezza nelle proprie convinzioni?

Socrate: Bene hai parlato, Glaucone. Ma dimmi, allora, che cosa diresti di quell’uomo che oggi proclama la giustizia da un lato, e domani si volge al lato opposto, tradendo il popolo che lo ha eletto e gli ideali che aveva giurato di difendere?

Glaucone: Io lo chiamerei un traditore, Socrate.

Socrate: Eppure, caro amico, costui si difenderebbe dicendo che il suo mutamento non è tradimento, bensì saggezza. Dirà che egli "adatta la sua azione alle circostanze" e che tutto ciò che fa è "per il bene comune".

Glaucone: Ma, Socrate, non è forse una perversione dell’anima cambiare posizione solo per ottenere vantaggi personali? È questa la saggezza che guida la città?

Socrate: Ahimè, Glaucone, costoro non sono filosofi, né uomini d’onore. Sono artigiani della menzogna, che confezionano casacche di vari colori per piacere al mercato delle passioni altrui. Non seguono il bene della città, ma quello del loro borsello, saltando di parte in parte come un attore da un ruolo all’altro.

Glaucone: E quale sarà, Socrate, il destino della città che si affida a uomini così?

Socrate: Una città guidata da costoro non sarà mai un luogo di giustizia, ma un teatro di inganni. E i cittadini, anziché ammirare la virtù, apprenderanno l’arte del tradimento. Il bene comune verrà sacrificato sull’altare dell’interesse personale, e l’armonia della città sarà distrutta.

Glaucone: Ma allora, Socrate, come potremo liberarci di tali uomini?

Socrate: Solo quando i cittadini impareranno a distinguere l’uomo giusto dal mercante di casacche, allora tornerà la luce della virtù. Fino ad allora, Glaucone, la città resterà preda di questi saltimbanchi del potere, che confondono il cambiamento con la saggezza e la menzogna con la necessità.

E così, finché applaudiamo il trasformista, non possiamo lamentarci se la giustizia, come un uccello spaventato, fugge lontano dalla nostra città.

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