Ah, i muretti e le gradinate... erano i nostri rifugi, i nostri angoli di mondo dove tutto sembrava possibile. Non avevamo bisogno di grandi palcoscenici o di megafoni per farci sentire, bastavano quelle pietre fredde e consumate, sotto il sole cocente o la luna che ci faceva da lampione. Era lì, tra una risata e una discussione animata, che si formavano le idee, le speranze, i sogni di un futuro migliore.
Ogni sera sembrava un appuntamento sacro, senza bisogno di inviti formali. Ci si ritrovava, quasi come per magia, a parlare di tutto e di niente, ma sempre con quella passione tipica di chi crede di poter cambiare il mondo. E forse, in qualche modo, lo facevamo davvero, almeno nel nostro piccolo universo. Le parole volavano leggere, a volte cariche di ingenuità, altre volte di una saggezza che forse nemmeno sapevamo di possedere.
Eravamo giovani, pieni di vita, pieni di illusioni. Non ci rendevamo conto di quanto sarebbe stata dura la strada da percorrere, di quanti di noi si sarebbero persi lungo il cammino, inghiottiti dalla vita stessa, dalle sue prove, dai suoi compromessi. Eppure, in quei momenti, eravamo invincibili, pronti a conquistare il mondo, o almeno a provarci.
Ora, guardando indietro, quei tempi appaiono come un sogno lontano, un'epoca in cui tutto sembrava più semplice, più genuino. Eravamo solo noi, i nostri muretti, le nostre gradinate, e l'infinito di possibilità che si apriva davanti ai nostri occhi. Non sapevamo cosa ci aspettava, ma sognavamo in grande, con il cuore leggero e gli occhi pieni di speranza.
Sì, bei tempi davvero. Forse ci abbiamo lasciato un pezzo di cuore, in quei muretti, in quelle gradinate. Ma è bello pensarci ancora, ogni tanto, e ricordare che un tempo, almeno per un attimo, abbiamo creduto che tutto fosse possibile.
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