sabato 17 agosto 2024

Le giostre negli anni 70

L'arrivo delle giostre nel quartiere era un evento atteso con un misto di eccitazione e trepidazione, quasi come se si stesse per assistere a un piccolo miracolo nel cuore della nostra quotidianità. Negli anni '70, le giostre rappresentavano uno dei pochi momenti in cui si poteva lasciare da parte la routine e immergersi in un mondo di luci colorate, suoni e, soprattutto, spensieratezza.

Ricordo ancora l'odore inconfondibile dello zucchero filato che riempiva l'aria, mescolato a quello delle caldarroste e dei panini con la salsiccia. Era come se il quartiere si trasformasse in un piccolo universo parallelo, dove tutto sembrava possibile. Ogni anno, i camion delle giostre arrivavano come una carovana magica, portando con sé attrazioni di ogni genere: dalle autoscontro che facevano urlare di divertimento, alle catene, dove ci sfidavamo a chi riusciva a prendere la coda e vincere un giro gratis.

E poi c'erano i gettoni, quei piccoli dischi di plastica che, nelle nostre mani, si trasformavano in biglietti d'accesso a un mondo di emozioni. Li accumulavamo con cura, decidendo con attenzione quali attrazioni meritassero il nostro prezioso bottino. Ricordo la sensazione di orgoglio quando, finalmente, riuscivamo a salire su quella giostra tanto desiderata, magari dopo aver risparmiato qualche lira qui e là, o dopo aver implorato qualche spicciolo ai nostri genitori.

Ma la vera magia delle giostre non era solo nelle attrazioni o nei gettoni. Era nel senso di comunità che si creava intorno a quell'evento. Tutti i ragazzi del quartiere si riunivano lì, creando amicizie, flirtando, ridendo insieme. Le luci intermittenti delle giostre illuminavano i nostri volti mentre correvamo da un'attrazione all'altra, e in quei momenti, ogni preoccupazione sembrava lontana, quasi inesistente.

Non dimenticherò mai le serate passate a cercare di vincere un peluche al tiro a segno, o a provare a colpire una lattina per portare a casa un premio. Erano sfide semplici, ma per noi avevano un'importanza enorme. E anche se spesso tornavamo a casa con le mani vuote, il vero premio era il divertimento e la compagnia degli amici.

E poi, dopo una giornata passata a girare su ogni giostra possibile, c'era il momento dell'addio. Quel misto di tristezza e soddisfazione, sapendo che le giostre sarebbero ripartite presto, ma con la certezza che l'anno successivo sarebbero tornate, pronte a farci vivere di nuovo la magia.

Quella spensieratezza, è qualcosa che portiamo ancora dentro di noi, un ricordo che brilla come quelle luci colorate nelle sere d'estate. Un ricordo di un tempo in cui bastavano pochi gettoni per essere felici, un tempo in cui la semplicità era la nostra più grande ricchezza.

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